Cappella

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La cappella ricalca motivi di antiche basiliche romane ed è fiancheggiata da un elegante campanile.

La facciata si adorna di un portale marmoreo a strombo, sul cui architrave si apre una semilunetta nella quale è scolpita, su lastra di marmo, la città di Nola con i santi Felice e Paolino.

Il protiro è formato da copertura in cotto elevata sull’arco dello stesso portale e poggiata sui capitelli di due colonne sorrette da due leoni stilofori. Da notare è anche il rosone circolare al centro della facciata della cappella.

L’interno della cappella consiste in un aula rettangolare con cinque colonne lungo ciascuno dei due lati maggiori, ma solo di valore formale, in quanto la cappella è priva di navata. Sulla linea delle colonne, in alto, un ristretto spazio, componente tipico delle chiese paleocristiane e romane, raffigura il matroneo, galleria riservata alle donne durante le funzioni religiose e dotata di balaustra che affaccia nella cappella.

Il soffitto è a capriata, consistente in una struttura di legno a sostegno del tetto.

Sul fondo della cappella, l’arco dell’abside apre al presbiterio col piano pavimentale leggermente elevato rispetto a quello dell’aula, dalla quale si divide mediante due plutei sormontati da colonnine. In alto, negli spazi laterali della parete che delimita l’arco nella sua sommità, sono dipinti l’uno a destra, l’altro a sinistra, San Rocco e San Sebastiano, Patroni raffigurati di adolescente aspetto.

Su tutte le pareti vi sono affreschi con scene che illustrano episodi prodigiosi di santi frati della terra di Lauro.

In alto nel catino absidale vi è un grande dipinto ad imitazione di mosaico che occupa l’intera la volta: al centro il Cristo Pantocrator ammantato, in posa benedicente siede maestoso sulla scena del mondo. Ai lati, genuflessi ed oranti, sei membri della famiglia Lancellotti con i coniugi fondatori, Elisabetta e Filippo, più vicini a Cristo. In alto, quattro testine alate di cherubini raffigurano altrettanti bambini della famiglia defunti in età infantile.

Dietro l’altare vi è la cattedrale episcopale composta da marmi di spoglio archeologico. I due bracci sono composti da leoncini stilofori e lo schienale è a forma di guglia gotica sul quale vi è riportato il testo evangelico di San Giovanni: “In principio erat verbum”. Sul fondo dell’abside si aprono sette vetrate istoriate eseguite dalla vetreria artistica “ Picchiarini” di Roma, a forma di monofore con immagine di santi su ciascuna. Nell’ordine da sinistra a destra si notano San Luigi, Santa Cristina S. Filippo Neri, Madonna con Bambino, Santa Elisabetta, S. Giuseppe, S. Pio Quinto.

Ultimo aggiornamento ( Venerdì 27 Aprile 2018 10:11 )