Chiesa di Gesù e Maria

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Congiunta all’ex monastero delle Canonichesse Regolari di Sant’Agostino dette anche Rocchettine. Sulle origini del complesso chiesa- monastero si hanno scarse notizie e talvolta anche discordanti. Consultando il Remondini si apprende come la detta Comunità monacale avesse avuta la sua fondazione verso la metà del XIV secolo e per merito di Gorizia di Sabrano moglie del Conte Nicola Orsini fondatore del Convento di S. Giovanni del Palco . Il Bonavita invece ritiene la fondazione essere avvenuta per approvazione del Papa Pio II regnante tra 1458-1464 e che tale approvazione sarebbe stata richiesta da Antonio Orsini Conte di Nola e Signore di Lauro. La discordanza tra le due date ci lascia, ovviamente, dei dubbi  che aumentano di fronte ad una terza testimonianza, quella del Cappellano che afferma come delle Suore del Collegio dell’Annunziata in Nola, ma provenienti da Lauro, ottenessero dal Conte di Nola un suolo, in Lauro, per costruire un monastero e ciò sarebbe avvenuto verso il 1500 .Si può supporre, infine che la costruzione abbia attraversato fasi di arresto o di rinvio prima di giungere al suo completamento. Né altro si può dire non essendovi disponibilità di fonti diverse. La chiesa, in cui da decenni si celebrano riti religiosi, è attualmente gestita dal Comune di Lauro e utilizzata per concerti e spettacoli, in contesa con la locale parrocchia che vorrebbe riaprirla al culto. Si presenta con facciata a capanna, con oculo nel timpano, due finestre ai lati e spoglia di decorazioni. Il portale, in tufo grigio, ha caratteristiche decorative piuttosto barocche, arco curvilineo spezzato con stemma al centro, in cui campeggia il leone rampante e benda trasversale, della famiglia Narni; ancora due semilesene sporgenti ai lati del portale sormontate da capitelli ionici. L’aula, a forma rettangolare, ha sei altarini per ambo i lati, contenuti ognuno in arcate divise tra loro da lesene corinzie. Sul fondo delle arcate si rilevano cornici di stucco contenenti, fino all’anno 1975 tele dipinte poi trafugate, soltanto due scampate al furto, si ammirano ora nella Sala Consiliare del Palazzo Municipale: L’apparizione di Gesù Bambino a Sant’Antonio, priva di data e firma; la Madonna con Angeli e Sant’Agostino, firmato Pasquale Lubrano 1761. Sopra le dette arcate sporge il cornicione sul quale poggia una balaustra con grata di legno dorato, specie di matroneo da cui le monache seguivano le funzioni e ancora in alto sei finestre lobate in corrispondenza delle sottostanti arcate. Una grande tela, decorata con prospettive architettoniche e figure  allegoriche occupa l’intera area del soffitto al centro del quale risalta un dipinto di Angelo Mozzillo del 1774 raffigurante il gruppo della S. S. Trinità, Sant’Agostino ed altra Santa in abito monacale. Anche di questa tela centrale fu tentato il furto, ma che rimase incompiuto essendo stata strappata soltanto la parte superiore del dipinto  cioè il gruppo della Trinità. Il pavimento del presbiterio è composto di maioliche policrome con motivi floreali stilizzati. La cupola, che si leva sull’area presbiteriale, è impostata su tamburo; entro la circonferenza della cupola stessa sono distribuite quattro finestre rettangolari, a luce, alternate con altrettante cieche ad arco e modanate, con stipiti e architravi di tufo grigio. L’annesso monastero, attualmente ancora in fase di restauro, e di recente restaurato in parte, con la chiesa, si affaccia su uno spazioso cortile, con l’ala più estesa rivolta a sud la quale presenta un piacevole prospetto composto di tre piani e ciascuno con una serie di otto arcate a sesto che si susseguono intercalati da lesene decorate e lisce. La facciata della detta ala avrebbe dovuto  fare da sfondo naturale alla costruenda arena da teatro nell’area stessa del cortile, secondo il progetto redatto dall’Architetto Antonio De Pascale per incarico della locale amministrazione comunale Colucci 1980-85. Ebbero inizio i lavori, della costruenda arena, ma con la caduta della suddetta amministrazione i lavori non sono stati ripresi dalle successive gestioni. Il Monastero e l’annessa chiesa furono più volte, nel corso dei secoli, visitati dai Vescovi della diocesi di Nola; dalle documentazioni consultate si desume che la prima visita sia avvenuta nel 1586 e compiuta dal Vescovo Fabrizio Gallo.

 

Ultimo aggiornamento ( Giovedì 05 Febbraio 2009 09:51 )