Gli affreschi

Vincenzo Castaldo
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Gli affreschi delle tre absidiole e delle due nicchie laterali presentano una gamma cromatica che và dal nero al giallo ocra, dal rossiccio al celeste. Nell’abside di destra su di un fondo nero è raffigurata un’architettura costituita da un architrave decorato che poggia su tre arcate, sorrette da colonnine rossicce, con capitelli azzurri a decorazioni fitomorfe. Al di sopra dell’architrave vi è una piccola torre cilindrica, giallo-ocra, con un tetto a spiovente di tegole rossicce. Entro le arcate, che ben dividono lo spazio in tre campate, vi sono tre figure: al centro, con la barba ed i capelli lunghi, è raffigurato Cristo, seduto dietro una tavola con la destra benedicente, mentre con la sinistra tiene un libro aperto, inclinato sul tavolo, su cui è leggibile, da sinistra verso destra: “QUI CRE”. Sulla tavola, in giallo con bordi rossi, sono presenti: un pane, un pesce(?), un calice, una coppa biansata ed un piede a forma di spirale. L’antepedio è caratterizzato da una croce greca di colore rosso, inclusa, con due lettere greche (α e ω), in una quadrato definito solo dagli angoli. Lo sfondo di tale raffigurazione è decorata da doppie linee bianche che, intersecandosi, formano delle losanghe in cui sono incluse figurine di animaletti (cavallucci rampanti, uccelli) e fiori stilizzati. Nell’intercolumnio destro è ancora visibile il capo ed il busto di un Santo, ripreso con la mano destra benedicente mentre con la sinistra regge un rotulo. Al di sopra dell’arcata che include tale figura vi è una sagoma con tunica bianca, bordata di rosso: probabilmente si tratta di un altro personaggio nimbato. Nell’intercolumnio sinistro vi sono solo frammenti del nimbo e del volto di un altro Santo. Nell’abside di sinistra sono raffigurati tre Santi posti al di sotto di un nimbo costituito da una fascia giallo-ocra in cui è presente una figura non ben identificabile.Della figura di sinistra, molto frammentaria, sono evidenti: i resti di una mantellina di colore rosso bruno; i frammenti della tunica, giallo-ocra; tracce di una iscrizione sulla sinistra. La seconda figura è un Santo Vescovo tonsurato e con la barba, sulla cui tunica bianca discende una casula giallo-ocra, decorata da fasce crucigere bianche. Con la sinistra, da cui pende una stola, regge un libro chiuso di colore rosso, decorato sui bordi da perline; con la mano destra sembra benedire “alla greca”.La terza figura è un Santo monaco incappucciato con la barba corta ed un saio senza maniche, di colore rosso bruno, che indossa su di una tunica a maniche strette. Con la mano destra benedicente, regge, con la sinistra, un libro chiuso da due lacci rossi. Nell’abside centrale, le figure di un Cristo in trono e di un angelo sono molto frammentarie. Sono ancora visibili: le gambe del Cristo ricoperte da una tunica e parte di quel che doveva essere il trono; il viso e l’estremità di un’ala di un angelo dall’abito riccamente decorato; il tappeto, su cui poggia il trono, decorato da tanti cerchi di perline.In basso sono ancora visibili San Gennaro e tre dei suoi sei compagni di martirio: S. Procolo, S. Sossio e S. Festo. Questi sono inclusi entro dei medaglioni con bordo rosso perlinato ed incatenati tra loro secondo uno stile bizantino. S. Procolo e S. Sossio sono tonsurati ed imberbi; S. Gennaro è tonsurato con la barba; S. Festo è imberbe e senza tonsura. Al di sotto dei medaglioni si estende una fascia rossa entro cui è evidente una espressione latina, ancora leggibile: “SINCER PIVS BONVS HONESTVS PRO DEO AMORE…”. Tale fascia è sovrapposta ad un drappeggio, caratterizzato da strisce rosse e blu, che si prolunga sino alla fine dell’abside.Infine le piccole nicchie, laterali alle absidi, sono decorate da losanghe rosse su di un fondo grigio-scuro.

Ultimo aggiornamento ( Sabato 12 Gennaio 2013 16:52 )