La scoperta degli affreschi

Vincenzo Castaldo
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Nel 1980, durante dei lavori occasionali, all’estremità destra della parete posta frontalmente alla porta principale, venne alla luce una nicchia decorata da affreschi: un Cristo benedicente e due Santi non identificabili. Successivamente, il Sacerdote di Quindici (Don Domenico Amelia), fece realizzare dei saggi sulla stessa parete, rinvenendo, all’estremità opposta, un’altra absidiola, anch’essa decorata da affreschi: un Santo Vescovo, un Santo monaco ed un Santo non identificabile. Per questo eccezionale ritrovamento, la Soprintendenza per i B. A. S. della Campania inviò in loco la dott.sa Valentina Maderna la quale, a seguito dei suoi studi, ipotizzò che tali affreschi fossero del XIII sec. d.C. Dopo il terremoto dell’80, confluirono nella Chiesa nuovi esperti. Questi, effettuando dei saggi nella nicchia centrale dove é stata collocata in tempi remoti una statua del Santo, portarono alla luce nuovi affreschi in cui si intravedeva: in alto, un angelo e la parte inferiore di un Cristo Pantocrator; in basso, teste di Santi incluse in una serie di medaglioni con i rispettivi nomi scritti in latino. Il Sacerdote di Quindici, che ha svolto numerose ricerche, affermò, senz’alcun dubbio, che si trattava di S. Gennaro e dei suoi sei compagni di martirio: Sossio, Festo, Desiderio, Proculo, Eutiche e Acuzio.  Tale rinvenimento riempì le prime pagine di molti quotidiani e attirò l’attenzione di alcuni noti studiosi come Aldo Caserta, docente di “Storia Antica della Chiesa” nella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. In progresso di tempo, furono effettuati nuovi studi, a seguito dei quali si affermò che il ciclo pittorico di S. Aniello risaliva al XII sec. d.C., individuando analogie con affreschi coevi rintracciati in Monasteri Basiliani, anche se tale collocazione storica non si ancora su solide basi.

Ultimo aggiornamento ( Sabato 12 Gennaio 2013 16:53 )