Sorprendere, meravigliare, stupire furono le parole d'ordine del barocco, il movimento artistico che caratterizzò il seicento, fino alla prima metà del settecento. Con lo sviluppo della monodia accompagnata, si affermò anche la pratica del "basso continuo": la linea melodica era sviluppata dalla voce superiore, mentre l'accompagnamento si fondava sul basso, cioè sulle note della parte più grave eseguita dallo strumento, denominato "continuo" perché non era mai interrotto, a differenza di quel che succedeva nella musica polifonica.
Il seicento consacrò l'affermazione della musica strumentale, cioè eseguita solamente dagli strumenti senza la voce. Vi contribuirono i miglioramenti tecnici nella conservazione degli strumenti. Si svilupparono, in particolare, due forme di musica strumentale: la sonata a tre strumenti e il concerto (di gruppo, grosso, solista).
Nella prima parte del secolo le composizioni strumentali ereditarono le tecniche contrappuntistiche del secolo precedente proprio mentre in campo vocale la polifonia cedeva il passo alla monodia.
Forme come il "ricercare", la "canzona", la "fuga", ricordano già nei loro nomi i procedimenti imitativi tipici della polifonia. Una organizzazione molto più libera era invece quella delle forme che si richiamavano alla pratica dell'improvvisazione, la "toccata" per gli strumenti a tastiera. Alcune forme come la "passacaglia" e la "ciattona" sono i nomi delle composizioni dell'epoca. Derivarono dalla pratica del basso continuo, come elaboratore e variazioni su un basso dato. Tra i compositori più significativi dell'epoca, ricordiamo Girolamo Frescobaldi (1583 - 1643).
Nella seconda metà del secolo si diffuse la suite (dal francese "successione") un seguito di danze di carattere diverso collegate fra loro, fra le quali solitamente erano comprese l'allemanda, la corrente, la saravanda e la giga. Il gruppo delle danze in una suite non era però fisso: poteva mancare una delle quattro fondamentali, potevano essere altre. La composizione, in altre parole, era molto libera. Si trattava di danze dalla tradizione dei balli nelle corti rinascimentali. Le suite erano scritte per il clavicembalo: particolarmente significative quelle dei autori francesi, come Louis Couperin, e tedeschi come Bach Haendel.
La musica strumentale era prevalentemente per strumenti solisti: il liuto nelle corti, l'organo nelle chiese, il clavicembalo nei teatri e nei piccoli ambienti. I gruppi si diffusero solo in un secondo tempo con la sonata e il concerto grosso. Le figure più significative del seicento furono Claudio Monteverdi, Girolamo Frescobaldi, Alessandro Stradella e Arcangelo Corelli.
Nel Seicento nasce anche il melodramma, che consisteva in uno spettacolo dove la musica era ciò che che esprimeva totalmente l'azione teatrale. Vengono trattati argomenti mitologici e pastorali, e temi storici. Venne eseguito inizialmente nelle corti.
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