della “Via dei S.S.Patroni”, che da piazza Castello, dominanta dall’enorme platano secolare, sale sino a Taurano: al confine con quest’ultimo, ma in territorio civico-amministrativo del Comune di Lauro. E’ una delle chiese più antiche del paese, la sua antichità è offerta anche dalla struttura. Immersa tra gli ulivi si presenta all’interno come il tutt’unico di una ampia sala a tre scomparti: il primo, dall’ingresso, è un ampio avancorpo, poco più che quadrangolare, con una copertura a soffitto liscio, diviso dall’aula sottostante da un cornicione, da cui partono i finestroni che danno vasta luce al vano; il secondo scomparto di prosieguo al primo, è un altro corpo di fabbrica quadrato, più piccolo, limitato dai grossi pilastri su cui s’innalza la cupola, chiusa all’apice dal tiburio; infine al fondo, sul piano rialzato da scalini, su masso roccioso mascherato dall’altare s’innalza la cella della statua a forma di grande e profonda nicchia convessa, chiusa nella parte anteriore da un’ampia vetrata, sagomata da un festone di luci. Il sospetto è che le tre pareti siano venute ad aggiungersi l’una all’altra in tempi successivi, a partire dalla nicchia di fondo, che dà tutta l’impressione di essere l’originaria “aedicula” di qualche idolo pagano (di Ercole che si favoleggiava essere stato il fondatore di Lauro?) com’era abituale del paganesimo costruirne un po’ ovunque, poi sostituito, nella nuova religione, dal Santo Cristiano, costruendovi, davanti l’altare per i sacri riti e un primo vano con cupola, per i fedeli devoti, e poi, col passare dei tempi, per bisogno di spazio, il terzo più vasto ambiente, che ora è d’ingresso. Prima dei lavori di restauro del 1951, eseguiti dalla ditta edile locale “Vincenzo Romano e figli” esisteva un lungo gradino longitudinale tra il primo ed il secondo vano, infatti oggi, in seguito a tale restauro, vi troviamo il pavimento innalzato ad unico livello, tutto questo prima ancora che la Sovrintendenza provinciale dei Beni Culturali, nella ricostruzione post-terremoto del 1980, rimettesse tutto a nuovo, salvando alla storia e al culto locali un autentico gioiello.