Ma a prova della serietà dell’impegno profuso dalla sezione Combattenti e Reduci, è opportuno rammentare che prima del mutamento della vicenda, pervennero a quella segreteria almeno due progetti. Uno era redatto dal Geometra Antonio Daniele e l’altro dall’Architetto Antonio De Pascale, quest’ultimo era poi lo stesso richiesto e approvato dall’Amministrazione 1980-85 di Ottavio Colucci e non realizzato per il sopraggiunto sisma, che bloccò anche altre attività già programmate.
Il monumento è opera dello scultore Gabriele Renzullo di Beato di Quindici che ha studiato e lavorato in Germania. Stimato, non soltanto come artista originale, ma anche come intellettuale di raffinata e versatile cultura. La sua estetica è connessa ad un recente fenomeno artistico che vede la scultura interessata ad aspetti contenutistici e formali radicalmente nuovi, ove in essi il reale e il figurativo scompaiono, dando luogo a semplificazioni informali. Un surrealismo, si direbbe, dalle immaginose interpretazioni fondate su un intimo dialogo tra il monumento e l’osservatore, il quale alieno da vincoli accademici lo scruta, lo esamina, vedendovi ciò che è apparentemente invisibile. Tutto ciò lo differenzia dalla iconologia e scultura tradizionale che si presentano con determinati ed evidenti caratteri.
Il primo incontro tra la popolazione del Vallo e il monumento non fu certo di facile effetto, vista la novità dello stile di cui generalmente non si aveva grande competenza.
Penso però che discussioni e controversie indurranno col tempo a familiarizzare con questo tipo di arte contemporanea e ad apprezzare i motivi estetici dell’artista Gabriele Renzullo.